L'importanza di stare insieme nei primi due anni di vita del bambino

UNA SFIDA PER I GENITORI DELL'ERA DIGITALE


Autrici: Marinella Fanchini e Antonela Giambelluca


I primi due anni di vita rappresentano un periodo fondamentale per lo sviluppo fisico, emotivo e relazionale dei bambini. È in questi momenti che si costruiscono le fondamenta del legame con i genitori, un legame che non solo nutre la fiducia e la sicurezza del piccolo, ma influisce anche sul suo futuro benessere emotivo e sociale. Tra i tanti fattori che contribuiscono a una crescita sana, il tempo di qualità trascorso con la mamma e il papà gioca un ruolo centrale, soprattutto se accompagnato da esperienze autentiche, lontane dalle distrazioni tecnologiche. 


Infatti, in un'epoca dominata dalla tecnologia, dove smartphone e tablet sembrano essere diventati estensioni delle nostre mani, emerge sempre più forte la necessità di riscoprire il valore del tempo autentico tra genitori e figli. Un tema di cruciale importanza che abbiamo approfondito con le 

esperte di prima infanzia Marinella Fanchini e Antonela Giambelluca, educatrici di Gnomi e Folletti.

Il legame primario: fondamenta per lo sviluppo

"I primi mille giorni di vita sono un viaggio unico e irripetibile, fatto di scoperte, emozioni e crescita," sostiene Marinella Fanchini. "In questo periodo, il cervello del bambino sviluppa oltre un milione di nuove connessioni neurali al secondo. È un momento magico in cui ogni interazione,  ogni sguardo, ogni contatto fisico contribuisce a plasmare le fondamenta del suo futuro sviluppo emotivo e cognitivo.” 

Trascorrere questo tempo insieme, lontano dalle distrazioni tecnologiche, permette a mamma, papa e bambino di creare ricordi preziosi e di gettare le basi per una relazione solida e appagante. 

Coltivare esperienze autentiche e momenti di presenza piena non solo nutre l'anima del bambino, ma arricchisce anche quella della mamma e del papà, ricordando loro la bellezza e la semplicità dell'essere insieme


"Quello che osserviamo quotidianamente nel nostro lavoro è che i bambini che ricevono un'attenzione costante e non mediata dalla tecnologia mostrano capacità relazionali e comunicative nettamente superiori. Non è solo una questione di quantità di tempo, ma di qualità della presenza. 

Quando un genitore è veramente presente, il bambino lo percepisce e risponde con un  coinvolgimento emotivo più profondo”, aggiunge Antonela Giambelluca.



L'impatto della tecnologia sullo sviluppo precoce

Le ricerche scientifiche supportano queste osservazioni sul campo. "Gli studi più recenti in ambito neuropsicologico," spiega Marinella, "dimostrano che l'esposizione precoce e prolungata aglischermi può interferire con lo sviluppo di aree cerebrali fondamentali. Abbiamo notato un aumento significativo di bambini con difficoltà nel mantenere l'attenzione e nell'elaborare le emozioni quando l'uso della tecnologia diventa preponderante nei primi anni di vita.


"Un aspetto particolarmente preoccupante," interviene Antonela, "è l'impatto sulla capacità di sviluppare empatia. L'interazione mediata dagli schermi non può sostituire il valore del contatto visivo diretto, del tono della voce naturale, del linguaggio corporeo. Sono tutti elementi cruciali per lo sviluppo delle competenze socio-emotive del bambino." 


Inoltre, per la mamma o il papà, stare lontani dagli schermi mentre sono con il bambino significa essere realmente presente, attenti ai suoi bisogni e capaci di cogliere ogni sfumatura del suo comportamento. Questa attenzione consapevole rafforza il legame e trasmette al bambino un 

messaggio importante: "Sei la mia priorità".



Alternative concrete alla tecnologia 

Vivere esperienze autentiche insieme al proprio bambino non richiede strumenti tecnologici. Attività come passeggiare nella natura, giocare con oggetti semplici, cantare ninna-nanne o leggere un libro creano momenti di connessione profonda. Questi momenti non solo stimolano lo sviluppo 

cognitivo del bambino, ma rafforzano anche il senso di appartenenza e l'affetto reciproco. Ad esempio: 


Le educatrici propongono numerose attività alternative che favoriscono un sano sviluppo: 

"Nel nostro Centro Educativo e nei nostri asili promuoviamo attività condivide che stimolano tutti i sensi" racconta Marinella. "Il gioco con materiali naturali come sabbia, acqua, foglie e pasta di sale offre esperienze sensoriali ricchissime. Abbiamo osservato come questi momenti di esplorazione libera e di condivisione con mamma e papà favoriscano la creatività e l’autonomia dei bambini.” 

Antonela aggiunge: "La lettura condivisa è un'altra attività fondamentale. Quando un genitore legge una storia al proprio bambino, non sta solo sviluppando il suo linguaggio, sta creando un momento di intimità emotiva insostituibile. Abbiamo documentato progressi significativi nel vocabolario e nella capacità di espressione emotiva nei bambini che vengono esposti regolarmente  alla lettura condivisa."


Il ruolo dei genitori nell'era digitale 

"Comprendiamo perfettamente le sfide che i genitori moderni devono affrontare," sottolinea Marinella. "La tecnologia è parte integrante delle nostre vite e spesso è necessaria per lavoro. Quello che suggeriamo non è un'eliminazione totale, ma una gestione consapevole. Per esempio, 

stabilire dei 'momenti sacri' durante la giornata in cui i dispositivi vengono spenti e l'attenzione è completamente dedicata al bambino.

"È fondamentale che i genitori siano i primi a dare l'esempio," aggiunge Antonela. "Quando un bambino vede costantemente i suoi genitori attaccati allo smartphone, interiorizza questo modellocomportamentale. Al contrario, quando vede gli adulti di riferimento coinvolti in attività reali, 

sviluppa naturalmente un interesse per il mondo tangibile che lo circonda."


Guardando al futuro 

"I primi due anni di vita sono un periodo che non tornerà più," conclude Marinella. "Le basi che costruiamo in questo momento saranno fondamentali per lo sviluppo futuro del bambino. La tecnologia potrà sempre essere introdotta più avanti, ma questi momenti di connessione precoce sono davvero insostituibili.

"Nella nostra esperienza, non abbiamo mai incontrato un genitore che si sia pentito di aver dedicato troppo tempo alla relazione diretta con il proprio bambino. Al contrario, il rimpianto più comune è quello di non essere stati abbastanza presenti”, sostiene Antonela. “Il nostro invito è 

quindi quello di abbracciare pienamente questi primi anni, creando memorie e connessioni che dureranno per tutta la vita." 

Queste preziose indicazioni delle esperte ci ricordano che, in un mondo sempre più digitalizzato, la chiave per un sano sviluppo infantile risiede ancora nella semplicità delle relazioni autentiche e nella presenza consapevole dei genitori. Un investimento di tempo e attenzione che porterà frutti per tutta la vita del bambino.


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